master-environmental-humanities-banner
logo master Environmental Humanities - Studi del Territorio
MODULO 2 Estetica del territorio: visioni e narrazioni

MODULO 2
Estetica del territorio:
visioni e narrazioni

MODULO 2
Estetica del territorio:
visioni e narrazioni

MODULO 2 Estetica del territorio: visioni e narrazioni

Il lavoro sul lessico e sulle questioni relative al territorio portato avanti nel primo modulo del Master verrà sviluppato nel secondo a partire da un approccio più specificamente estetico. Se la filosofia è pratica di invenzione di concetti e non meditazione che interviene soltanto a cose fatte, l’affermazione della sua creatività introduce una forte risonanza con le pratiche artistiche. Nella descrizione del territorio, con i suoi cambiamenti fisici, politici, economici, sociali, così come nella proposta di parole nuove con cui pensarlo, l’estetica interviene nella sua doppia valenza: relazione con il mondo, i corpi, le immagini, dal punto di vista della sensibilità, ma anche teoria delle arti.

Il Modulo provvede dunque a enucleare e approfondire alcuni concetti legati al territorio utilizzati in diverse discipline, ma dalla forte valenza estetica; interrogare attraverso esempi alcune forme di arte come pratiche in grado di disegnare le figure della comunità e di mostrare nuove configurazioni del mondo. L’obiettivo finale del modulo è quello di fornire un lessico legato al territorio nella sua componente più specificamente estetica e approfondire alcuni esempi artistici che intendono descriverne lo stato e i cambiamenti, così come immaginare nuove configurazioni.

Il tema di quest’anno (2024). Elementi#2 – Terra

La Terra, che sia intesa come pianeta, come elemento, come territorio, è da sempre al centro delle pratiche filosofiche, estetiche, artistiche: indagata come oggetto della riflessione, rappresentata visivamente o letterariamente, mappata e disegnata come supporto estetico in cui incidere forme, modellare architetture. Ma è possibile immaginare un rapporto con questo elemento onnipervasivo e centrale nella nostra cultura che non sia solo oggettivante e distanziante? Camminare sulla sua pelle leggeri, disegnare scie evanescenti, lasciarvi tracce animali, attraversarne la superficie assecondando e partecipando dei suoi corrugamenti e delle sue asperità, rievocare le memorie che si sedimentano nel sottosuolo e le energie che sprigionano, pensare la materia come solida ma anche come friabile e generativa sono tutte possibili risposte a questa domanda. Attraverso letture, pratiche artistiche ed esplorazioni il modulo di estetica vuole confrontarsi con questo interrogativo, descrivendo ciò che è da sempre pensato come sostegno e fondamento anche come elemento mobile e vibrante, ricco di potenzialità trasformative, come materia mutevole e pulsante.

Mundus. Il suolo come totalità

Workshop a cura di Federico Broggini e Annalisa Metta

Il mito della fondazione di Roma tramanda che Romolo scavò una fossa circolare nel luogo in cui si trova ora il Comizio e lì, secondo Plutarco, i nuovi abitanti, provenienti dai luoghi più diversi, deposero «le primizie di tutte le cose di cui si servivano, quelle belle per tradizione e quelle necessarie per natura. Ciascuno di loro gettò una manciata di terra presa dal luogo da cui proveniva e le mescolarono insieme. Chiamarono questa fossa mundus, cioè con lo stesso nome con cui chiamavano il cielo». Questo mito è interessante per diverse ragioni, tutte convergenti nell’idea di totalità e indivisibilità del mondo: cielo e terra, infatti, si confondono nella stessa parola; il mondo è dato come mescolanza indistinguibile di terre diverse; il suolo è tra le cose belle per cultura e buone per natura, senza possibilità di distinguere a quale delle due categorie appartenga.

Partendo da questo racconto e facendo poi riferimento ad autori e autrici di epoche diverse, provenienti da diversi ambiti di studio, tra cui quello dell’architettura del paesaggio, il workshop indaga i molteplici significati di mundus, la cui ambiguità − comprensiva di suolo e aria, terra e cielo, natura e cultura, qui e altrove – è utile per verificare l’impossibilità di dire e fare mondo per categorie ed elementi separati, cui la modernità ci ha a lungo abituato. Concepire il nostro habitat come un mundus consente, inoltre, di guardarlo come un suolo, in cui le componenti minerali, gassose e liquide, organiche e inorganiche, differiscono gradualmente per concentrazione e densità, ma agiscono insieme e formano un’unica entità complessa, attiva e reattiva, non necessariamente pacificata.

Il workshop, programmato il pomeriggio del 5 aprile e il mattino del 6 aprile 2024, si terrà in presenza e sarà articolato in attività seminariali teoriche e applicazioni pratiche. A tal proposito, si richiede alle e ai partecipanti di portare con sé 2 kg di terra raccolta presso i propri luoghi di provenienza, preferibilmente in barattoli di vetro trasparenti.

Biografie

Federico Broggini è architetto, laureato all’Accademia di Architettura di Mendrisio. I suoi interessi di ricerca si rivolgono alla progettazione urbana e paesaggistica, in particolare allo studio del suolo e alla gestione delle acque. Dal 2020 fa parte di Latitude Platform for Urban Design and Research, collettivo interdisciplinare con sede a Bruxelles, Roma e Venezia, con cui sviluppa progetti di diverse scale, con attenzione a temi socio-ambientali. È dottorando

in architettura del paesaggio presso il Dipartimento di Architettura dell’Università RomaTre ove conduce una ricerca sui suoli urbani, intersecando ecologia, arte, scienze della materia e storia.

Annalisa Metta, architetta, professoressa ordinaria di Architettura del paesaggio all’Università Roma Tre, 2016-2017 Italian Fellow in Landscape Architecture presso l’American Academy in Rome, di cui è da allora consulente. La sua ricerca riguarda la progettazione del paesaggio contemporaneo. Tra i suoi libri: Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride (DeriveApprodi, 2022), Anna e Lawrence Halprin. Paesaggi e coreografie del quotidiano (Libria, 2015), Paesaggi d’autore. Il Novecento in 120 progetti. Nel 2023 cura la sezione La natura è di casa nella mostra Home Sweet Home alla Triennale di Milano. Tra le opere realizzate di recente: il parco urbano sul Lungotevere Flaminio, Roma (2023) e l’installazione Every 9 Days, presso l’American Academy di Roma (2022).

Sono stati docenti del modulo:

Salomé Jashi, Casa d’argilla, DOM- Valerio Sirna, Leonardo Delogu, Daniele Balicco, Elena Past, Laura Pugno, Gianluca Solla, Eleonora Diamanti, Stefano Oliva, Cesare Pietroiusti, Pierandrea Amato, Sara Marini, Manola Antonioli, Alfonso Giancotti, Andrea Andreco Conte, Paolo Vignola, Camillo Boano, Edoardo Fabbri, Maria Pone, Archibloom, Paolo D’Angelo, Ivelise Perniola, Carlo Hintermann, Sophie Gosselin, Federica Castelli, Carlotta Fioretti, Eticity, Sandra Annunziata, Ati Suffix, Riccardo Venturi, Giorgio De Finis, Stefano Catucci, Luca Bergamo, Pablo Georgieff – Coloco, Fulvia Carnevale – Claire Fontaine, Daniel Finch-Race, Lisa Giombini, Marta Roberti, Tonino Griffero, Mauro Folci. 

MODULO 2 / Estetica del territorio. Visioni e narrazioni
/ Cfu 6 / Ore 60 di cui 36 frontali

Dal 15 marzo al 13 aprile 2024

Coordinamento: Daniela Angelucci e Francesco Careri

Workshop di Architettura del Paesaggio: Annalisa Metta