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MODULO 4 Istituzioni del territorio

MODULO 4
Istituzioni del territorio

Modulo 4
Istituzioni del territorio

MODULO 4 Istituzioni del territorio

Le Environmental Humanities offrono al mondo del sociale, alle Istituzioni del Territorio, un nuovo paradigma dentro cui attivare, ricercare percorsi di riconversione ecologica del lavoro, del mondo cooperativo e mutualistico. Alcune realtà, ad esempio, già sperimentano processi e progetti che coniugano ambiente e comunità, in un diverso rapporto con la natura, con le risorse energetiche e lo sviluppo economico, ispirandosi ai concetti dell’economia circolare. Un modo diverso di pensare lo sviluppo sociale ed economico, attento al benessere e non alla crescita a qualunque costo, attento all’efficacia dei processi piuttosto che all’efficienza.
Articolare un ragionamento sul Welfare oggi significa riattualizzarlo secondo i principi e le pratiche di Cura, di Mutual Aid, che realizzano percorsi generativi, in opposizione al modello corrente di politiche estrattive. Rinnovare le politiche sociali e di mutualismo secondo le Environmental Humanities, significa anche interrogarci di quale pedagogia necessitiamo per rieducarci, per rieducare alla solidarietà, alla cooperazione, per riumanizzare la società. La pedagogia ci aiuta a costruire un metodo per creare uno spazio/spazi politico di liberazione, che è anche spazio di conflitto, poiché quello che ci interessa indagare non è l’assistenza, ma i processi di riorganizzazione di una comunità, di uno spazio, in un determinato contesto, perché sono i processi inclusivi a generare cambiamento: territorio/persone/ambiente.
Non assistenza/dipendenza/estrazione, ma innovazione sociale/inclusione/generazione.

Il tema di quest’anno (2025). Elementi#3 – Fuoco

Dal fuoco alle erbacce

Il fuoco evoca un immaginario ambivalente, la distruzione e la generazione. Quando la terra brucia, dopo la distruzione nascono anche le erbacce, ma non sempre le erbacce possono considerarsi scarti inutili, spesso dalle erbacce possono emergere combinazioni inaspettate e occasioni generative.
Le erbacce, considerate spesso un ostacolo in agricoltura, sono in realtà un fenomeno naturale ricco di potenziale.

Parallelamente, nella società moderna, dominata dal profitto e dal controllo, dove si creano barriere per le persone mentre si favorisce il libero movimento delle merci, emergono disastri, distruzioni ma anche resistenze quotidiane.

La quotidianità è piena di gesti di coraggio che richiamano un equilibrio tra coltivare e custodire, rispettando la biodiversità e la bellezza della creazione.
La casualità della nascita, che definisce opportunità e destini, accomuna l’umanità alle erbacce: nascono dove possono e, se necessario, migrano altrove. Sta a noi scegliere se sfruttare o proteggere il mondo, patrimonio comune di tutti.

La crisi economica e finanziaria globale evidenzia l’urgenza di ripensare il modello di sviluppo verso un sistema più sostenibile, sia socialmente che ecologicamente. Nessuno sceglie dove nascere, ma è proprio da questa casualità che dipende tutto: la vita che si riceve e l’opportunità di migliorarla, proprio come le erbacce che crescono dove possono e, se riescono, migrano altrove (Cfr Ferrari M., 2024)

“Siamo immersi in un Ecosistema relazionale” (ibidem p.18,), ciò richiede l’adozione di una capacità di lettura inter- e intradisciplinare, in grado di superare un’interpretazione della complessità focalizzata su target o categorie socio-statistiche, per comprendere e valorizzare la pluralità delle differenze, delle nuove e vecchie marginalità sociali. È quindi impensabile realizzare un cambiamento del modello sociale, un’evoluzione equa delle nostre comunità e superare le crescenti disuguaglianze, senza adottare una prospettiva di ecologia  integrale.
Agire quindi il principio della transizione ecologica, non riguarda soltanto l’ambito ambientale o tecnologico, ma si estende a un ripensamento più ampio del nostro modello di sviluppo che include le politiche sociali, educative e culturali, per renderle più inclusive e orientate alla sostenibilità e che siano in grado di promuovere, con le varie agenzie educative, con la cooperazione e con il territorio, la realizzazione del pieno sviluppo umano.

È proprio dai territori e dai contesti specifici che possono emergere e sperimentarsi processi di cura, radicati nelle realtà locali e capaci di rispondere alle necessità uniche di ciascuna comunità. A tale riguardo, Tronto (2013), parla degli aspetti della cura (care-caring) come azioni dalle forme e dai significati molteplici: “Caring about, Caring for, Care-giving, Care-receiving” (cfr. p. 22) e individua, nella quinta azione, “Caring with”,(ivi,p.23) non solo una relazione di interdipendenza in cui trasformare i rapporti tra gli esseri umani e nei confronti del pianeta, ma anche un mezzo per modificare le relazioni di potere asimmetriche, perché “occorre educarsi alla capacità di scoprire processi e correlazioni. Non accettare di essere frammenti” (Dolci D.,1979, p. 54).

 

Sono stati docenti del modulo: 

Livia Turco, Luigi Corvo,  Silvano Falocco, Riccardo De Facci, Lavinia Pastore, Marina Galati, Ilenia Marangon, Arda Lelo, Marina Fornasier, Marco Vincenzi, Fabrizio Nizi, Andrea Alzetta, Chiara Cacciotti, Marta Bonafoni, Simona Boccacini, Franco Fontana, Edoardo Reviglio, Carlotta Fioretti, Enrico Puccini

MODULO 4 Istituzioni del Territorio
/ Cfu 6 / Ore 60 di cui 36 frontali

dal 6 giugno all’28 giugno 2025

Coordinamento: Carlo De Angelis, Simona Panzino

Programma del modulo