


Modulo 7
Laboratorio di Reincanto Critico
MODULO 7
Laboratorio di Reincanto Critico: approcci performativi all’abitare

Antropologia, filosofie dell’abitare e pratiche artistiche
Questo Modulo intende l’abitare come quella qualità magica ed esistenziale in cui il fatto che gli elementi sono legati fra loro è un fattore fondamentale del loro divenire. Nell’abitare ciò che è in gioco non sono solo questioni profondamente rilevanti come il diritto all’abitare e la crisi dello spazio pubblico, ma la possibilità o meno di mantenersi in contatto con gli enti viventi e non viventi che popolano i mondi, intrecciati in una complessa ecologia relazionale. L’abitare così inteso non è garantito, né dato, piuttosto è determinato nella contingenza. È una facoltà che va mantenuta viva e che si gioca in ogni momento nella molteplicità di relazioni tra corpi, spazi e oggetti e per questo può lacerarsi, entrare in crisi. È di questa crisi che si prende cura il modulo. Un disincanto dell’abitare, fatto di separazioni, prese di potere e latenti campi del possibile.
Il reincanto critico è un laboratorio che svela il desiderio di emergere da questa crisi. Il Modulo prova a fare i conti con i fantasmi e le rimozioni occidentali, traducendo quell’insieme di tecniche leganti messe in campo dal pensiero magico e così essenziali all’abitare. Con l’obiettivo di dare spazio e respiro a potenziali senza istituire nuove forme di potere, intrecceremo filosofie dell’abitare come appiglio ontologico, antropologia come emersione della molteplicità delle forme di vita e pratiche artistiche come il modo in cui teoria e pratica si incontrano inventando nuovi mondi.
Il tema di quest’anno (2026). Elementi#4 – Aria
Condensazioni stratosferiche
Nell’ontologia medievale, l’aria e le nubi costruiscono lo spazio intermedio tra la terra e il Regno dei cieli. Per Bonaventura da Bagnoreggio i diavoli, contrariamente a quello che comunemente pensiamo, non abitano l’Inferno del sottosuolo. Abitano il Mondo Sublunare nello spazio dell’aria, agendo nella zona intermedia tra visibile e invisibile. Essi sono puro spirito e per mostrarsi agli esseri umani usano i cambi di stato dell’aria. Per manifestare il velo inconsistente della propria presenza, si dotano di un corpo fatto di aria e vapore acqueo. All’inferno andranno solo alla fine dei tempi (Frugoni 2015). È nell’aria che si custodiscono i diavoli e, accanto ad essi, la possibilità di reincantare il mondo.
I diavoli, letteralmente dal greco διάβολος (diábolos), “coloro che dividono”, non hanno mai smesso di abitare le nuvole. Oggi il potere è ancora nell’aria, si diffonde ovunque facendosi metereologico: siamo sempre esposti ai suoi temporali. Di aria sono fatte le tecnologie elettro-magnetiche, le radio, i telefoni, i discorsi, i droni, internet e la guerra. Un insieme di tecniche disincantate che esercitano la cattura (Consigliere 2019) non più recintando e dividendo il suolo, ma creando linee di continuità nell’aria: una politica della verticalità che occupa l’agilità del cielo (Weizman 2002). Non più la terra o le acque, ma l’aria è il paradigma infernale della contemporaneità, in grado di esercitare un potere continuo, invisibile, non-reciproco e anestetico (Chamayou 2014).
Essere moderni, ha affermato Marx, vuol dire essere parte di un universo disincantato in cui Tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria. Allora il Laboratorio di Reincanto Critico si relazionerà con tale stato gassoso giocando sui passaggi di stato, senza tornare alle solidificazioni pre-moderne. Evaporazioni, condensazioni, sublimazioni e brinamenti saranno i processi che osserveremo e praticheremo puntando a momenti discreti di densificazione collettiva. Nuvole, fumi, fumate, rugiade, funghi atomici, aloni, gocce, nebbie, piogge, brine, nevi, grandine, vetri appannati, respiri d’inverno. Facendo esperienza delle molteplici forme in cui l’aria, trasformandosi di stato, si rende visibile pur mantenendo le condizioni preziose della sua invisibilità (Benjamin 2014), attiveremo la dimensione critica del reincanto che caratterizza il modulo. Da una parte attraversando filosofie e antropologie ci eserciteremo a osservare le strategie di potere in modo che non “si perdano tra le nuvole” (Chamayou 2014, p. 57). Dall’altra, provocare l’aria nel suo stato di quiete, sarà la pratica artistica che sperimenteremo, il vapore magnetico in cui condensare e ricapitolare gli stimoli raccolti nell’intero arco del Master. Per dirla ancora diversamente, se è vero che le cose si vedono solo quando si sanno (Frugoni 2015), il Laboratorio di Reincanto Critico si propone come un’osservazione metereopatica e una manipolazione estetico-politica delle nuvole non solo per osservare la condensazione della sostanza diabolica che popola la biopolitica, ma anche per con-densare forme temporanee di un nuovo abitare aeropoetico. Interpreteremo i passaggi di stato dell’aria come quel luogo in cui sperimentare un abitare in cui l’appropriabilità della terra ritma con l’inappropriabilità del cielo, articolando due momenti tonali e irrinunciabili della nostra esperienza. Un esercizio musicale mentre ci prepariamo alla fine del nostro mondo.
Sono stati docenti del modulo:
MODULO 7 / LABORATORIO DI REINCANTO CRITICO
Cfu 6 / Ore 60
Coordinamento: Natalia Agati e Edoardo Fabbri