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MODULO 4 Istituzioni del territorio

MODULO 6
Istituzioni del territorio

Modulo 6
Istituzioni del territorio

MODULO 4 Istituzioni del territorio

Le Environmental Humanities offrono al mondo del sociale, alle Istituzioni del Territorio, un nuovo paradigma dentro cui attivare, ricercare percorsi di riconversione ecologica del lavoro, del mondo cooperativo e mutualistico. Alcune realtà, ad esempio, già sperimentano processi e progetti che coniugano ambiente e comunità, in un diverso rapporto con la natura, con le risorse energetiche e lo sviluppo economico, ispirandosi ai concetti dell’economia circolare. Un modo diverso di pensare lo sviluppo sociale ed economico, attento al benessere e non alla crescita a qualunque costo, attento all’efficacia dei processi piuttosto che all’efficienza.
Articolare un ragionamento sul Welfare oggi significa riattualizzarlo secondo i principi e le pratiche di Cura, di Mutual Aid, che realizzano percorsi generativi, in opposizione al modello corrente di politiche estrattive. Rinnovare le politiche sociali e di mutualismo secondo le Environmental Humanities, significa anche interrogarci di quale pedagogia necessitiamo per rieducarci, per rieducare alla solidarietà, alla cooperazione, per riumanizzare la società. La pedagogia ci aiuta a costruire un metodo per creare uno spazio/spazi politico di liberazione, che è anche spazio di conflitto, poiché quello che ci interessa indagare non è l’assistenza, ma i processi di riorganizzazione di una comunità, di uno spazio, in un determinato contesto, perché sono i processi inclusivi a generare cambiamento: territorio/persone/ambiente.
Non assistenza/dipendenza/estrazione, ma innovazione sociale/inclusione/generazione.

Il tema di quest’anno (2026). Elementi#4 – Aria

Respiro

Le trasformazioni economiche, sociali e ambientali degli ultimi decenni rendono sempre più evidente quanto le città e i territori siano attraversati da processi di progressiva asfissia sociale. La capitalizzazione degli spazi urbani, la speculazione edilizia e la riduzione degli investimenti nella spesa sociale producono ambienti selettivi, progettati per pochi e sempre meno abitabili per molti. In questo scenario, l’aria diventa una potente metafora politica: ciò che manca quando gli spazi non consentono più di vivere, muoversi, sostare e partecipare.

Il modulo assume il Respiro come chiave critica per interrogare in che modo processi di cura, interventi sociali, pratiche della sostenibilità e azioni di promozione della cittadinanza attiva possano trasformare luoghi e territori in spazi respirabili, capaci di accogliere la pluralità delle vite e di contrastare le disuguaglianze prodotte dalle attuali configurazioni urbane e sociali (Lefebvre, 2014 [1968]; Harvey, 2012).

In questa prospettiva, lo spazio non è un contenitore neutro, ma il prodotto di relazioni sociali, pratiche e rapporti di potere. I territori si configurano come ecosistemi relazionali in cui welfare, politiche sociali e pratiche comunitarie possono generare valore condiviso e rafforzare reti di corresponsabilità, superando una visione meramente redistributiva a favore di modelli di welfare generativi e di prossimità (CNCA, 2022; Tramma, 2015; Fondazione E. Zancan, 2013).

Il modulo si colloca nel solco di una tradizione critica che interpreta i processi sociali e educativi come pratiche politiche e spaziali, capaci di generare trasformazione e consapevolezza. L’attenzione si concentra sugli strumenti che permettono di interrogare i saperi dominanti e di costruire pratiche capaci di abitare la complessità, anziché ridurla a competenze isolate, standardizzabili o misurabili (Freire, 1978; bell hooks, 2022; Walls, 2003; Biesta, 2013).

Le interdipendenze tra individui, comunità e ambiente rappresentano un nodo centrale di questa riflessione in cui la cura emerge come dimensione etico-politica capace di trasformare le relazioni tra gli esseri umani e il pianeta, agendo sulle asimmetrie di potere e rendendo possibile una democrazia più inclusiva (Tronto, 2013). In un mondo segnato da guerre, disuguaglianze globali, nuove forme di colonialismo e crescenti migrazioni, tali dinamiche pongono sfide cruciali alle società contemporanee, richiamando direttamente in causa i sistemi sociali, educativi e di welfare (Fiorucci, 2018).

Le prospettive teoriche più recenti hanno inoltre evidenziato il carattere contestuale, relazionale e sociale della conoscenza e dell’apprendimento, che si sviluppano all’interno di reti di interazioni sociali e ambientali (Lave & Wenger, 1991). Il concetto di comunità di pratica apre così alla costruzione di alleanze educative e sociali pluraliste, radicate nei territori, capaci di generare nuove comunità educanti e di promuovere pratiche di cura orientate all’inclusione, al riconoscimento delle differenze e alla trasformazione sociale.

Il modulo affronterà questi temi attraverso un approccio interdisciplinare che intreccia riflessione teorica, analisi di pratiche territoriali ed esperienze situate, con un focus sull’Agricoltura Sociale, sugli strumenti partecipativi e sulle dimensioni della sostenibilità nelle aree interne, con l’obiettivo di indagare come i processi sociali e di welfare possano farsi Respiro: condizioni materiali, relazionali e simboliche capaci di restituire abitabilità, dignità e possibilità di scelta all’interno di un ecosistema relazionale complesso.

Sono stati docenti del modulo: 

Livia Turco, Luigi Corvo,  Silvano Falocco, Riccardo De Facci, Lavinia Pastore, Marina Galati, Ilenia Marangon, Arda Lelo, Marina Fornasier, Marco Vincenzi, Fabrizio Nizi, Andrea Alzetta, Chiara Cacciotti, Marta Bonafoni, Simona Boccacini, Franco Fontana, Edoardo Reviglio, Carlotta Fioretti, Enrico Puccini

MODULO 6 Istituzioni del Territorio
/ Cfu 6 / Ore 60 di cui 36 frontali

dal 25 settembre al 17 ottobre 2026

Coordinamento: Carlo De Angelis, Simona Panzino

Programma del modulo